Canti
I Canti raccolgono la parte principale (e più conosciuta) della produzione in versi di Giacomo Leopardi.
La produzione poetica dell’autore e la stessa raccolta sono divisi in quattro fasi principali, sebbene l’ordine seguito dalla raccolta non sia sempre questo:
- la prima fase tratta di temi eroici, delle canzoni del suicidio, temi della natura e sul senso della vita. La voce poetica sembra giungere dall’antico e dalla natura, laddove anche morire diventa necessario per durare poeticamente, l’umanità è eroica e decaduta, e l’io è ricordo.
- la seconda fase comprende i piccoli idilli e i canti pisano-recanatesi o grandi idilli.
- la terza fase, nominata ciclo di Aspasia, è dedicata a Fanny Targioni Tozzetti conosciuta a Firenze, di cui egli s’innamorò. Il nome Aspasia si riferisce ad Aspasia di Mileto, etera ateniese amata da Pericle, il grande politico e condottiero ateniese.
- l’ultima fase comprende le due canzoni “sepolcrali”, la Palinodia, il capitolo I nuovi credenti, La ginestra e Il tramonto della Luna.
Note tratte e riassunte da Wikipedia
https://it.wikipedia.org/wiki/Canti_(Giacomo_Leopardi)
Dall’incipit del libro:
O patria mia, vedo le mura e gli archi
E le colonne e i simulacri e l’erme
Torri degli avi nostri,
Ma la gloria non vedo,
Non vedo il lauro e il ferro ond’eran carchi
I nostri padri antichi. Or fatta inerme,
Nuda la fronte e nudo il petto mostri.
Oimè quante ferite,
Che lividor, che sangue! oh qual ti veggio,
Formosissima donna! Io chiedo al cielo
E al mondo: dite dite;
Chi la ridusse a tale? E questo è peggio,
Che di catene ha carche ambe le braccia;
Sì che sparte le chiome e senza velo
Siede in terra negletta e sconsolata,
Nascondendo la faccia
Tra le ginocchia, e piange.
Piangi, che ben hai donde, Italia mia,
Le genti a vincer nata