Sessanta novelle popolari montalesi
Dall’incipit del libro:
Qual mai può essere la importanza letteraria di queste Novelle Popolari, che di presente vanno raccogliendosi, direi quasi con febbrile attività, per ogni dove? Sembrerebbe, a prima vista, che non dovessero aver attrattiva se non se per i fanciulli, quando stizzosi o annoiati cercano le mamme e le balie di abbonirli o addormentarli, narrando loro gl’incanti di Fate benigne, le paurose imprese dell’Orco, le gesta ardite de’ figlioli di Re, le avventure fortunate di giovani donzelle, e tutti que’ fatti maravigliosi ed inverosimili e talvolta, un po’ scandalosetti, che formano appunto la materia delle Novelle Popolari. – Forse che le furono fisime di Tedeschi, quando i fratelli Grimm in Germania diedero primi l’esempio di simili raccolte? e ne seguirono le orme i dotti di Europa sol per mera servile imitazione? Ecco alcuna delle domande che si fecero, e certo si faranno tuttavia da non pochi, ogni qual volta si stampa una raccolta di queste maravigliose fantasticherie del popolo: né manca chi sorride a scherno; e si pensa e si dice, che davvero le lettere sono cadute in basso, se chi a buona ragione potrebbe spendere il suo tempo in studi di maggior rilievo e di più evidente utilità, lo perde invece correndo dietro a cosiffatte cianfrusaglie.