Rashomon
Rashōmon o Rajōmon vuol dire "La porta nelle mura difensive" ed era uno dei due principali accessi alla città di Kyōto, in Giappone, quello a sud, contrapposto a Suzakumon a nord.
La trama
Periodo Heian, in una giornata di pioggia incessante, un boscaiolo, un monaco e un passante si fermano a parlare di un fatto increscioso avvenuto qualche tempo prima.
Si tratta dell'uccisione di un samurai, avvenuta per mano di un brigante che avrebbe anche abusato della moglie di lui. Il monaco (Minoru Chiaki), che aveva deposto al processo come testimone in quanto aveva incrociato lungo la strada la coppia prima del fattaccio, inizia a raccontare in flashback la storia come vi ha assistito nel tribunale. Riporta così le versioni del brigante-violentatore Tajōmaru, della moglie del samurai, e anche della vittima (che avrebbe parlato attraverso una medium). Le versioni sono contrastanti e non si capisce bene quale sia la verità. Infine il boscaiolo, che era colui che aveva rinvenuto il cadavere nel bosco, confessa agli uomini che attendono al fine della pioggia che anche lui è stato un testimone diretto, ma che non lo ha riferito al tribunale per non rimanere invischiato nella vicenda.
L'ultima versione è apparentemente la più realistica, perché non enfatizza il ruolo di ciascun protagonista nella vicenda, anzi li sminuisce nella loro vigliaccheria. Tuttavia anche la sua versione viene messa in discussione alla fine del film, quando si capisce che ha rubato dei preziosi oggetti delle vittime.
Infine viene rinvenuto un bambino abbandonato che uno dei tre uomini decide di prendere con sé con spirito di altruismo, e questo ristora il monaco assai turbato fino ad allora dal comportamento scellerato degli uomini.
Tutto il racconto si è svolto al riparo della porta in rovina ai limiti della città di Kyōto, che nell'ultima scena viene identificata da un segnale come Rashōmon.
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