Casa d'altri

In un paese degli Appennini dove "non succede mai niente di niente", la vecchia Zelinda vive in una solitudine ostinata, trascinando con sé un rovello, oltre al carretto di panni da lavare, su e giù per la strada che scende al fiume. È una questione che forse neanche il prete sa trovare la risposta, una domanda che appartiene al genere umano intero e che nella metafora del titolo, Casa d'altri, trova il suo emblema. Definito da Montale un "racconto perfetto", questo breve romanzo di Ezio Comparoni (di cui Silvio D'Arzo è solo uno degli pseudonimi) ha scavato il suo posto d'onore nel cuore dei lettori e degli scrittori italiani, per la capacità magistrale della sua scrittura nel registrare le risonanze più profonde dei silenzi e del gioco dei non detti. Nel 1954, Alessandro Blasetti, ne ha tratto un episodio del film Tempi nostri.

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